Turismo 

Turismo in Italia e nel mondo

da Mister Nike Deli di New York (Stati Uniti)

Andate a New York? Bella! bellissimi grattacieli, modernità, negozi e strade “sbrilluciccanti” giorno e notte. Cibo: food cart (cibo da strada in carrettini) e ristoranti di tutte le etnie e di tutti i Paesi (in maggioranza per non dire falsi, dico riproduzioni, dove vi spacciano le loro cucine tradizionali rivisitate a dadi, estratti, aromi e cotte all’americana nei forni a microonde) con pochissime e costosissime eccezioni. Vi voglio invece indicare, posto che siate italiani italiani e amanti del cibo (non dico come me, che alla guisa, sono alto un metro e settanta e largo uno e cinquanta, che pareggiando sarei circonflesso a palla, e non è detto che col tempo non riuscirò ad esserlo); il luogo è nella “little Italy” nel Bronx e precisamente al 2344 di Avenue Arthur, da “Mikes Deli” il tempio della gastronomia italica negli States. Un po’ di storia concilia sempre l’appetito: Mike Greco di Mendicino un piccolo paese calabro in provincia di Cosenza sbarca nel 1947, come tanti connazionali, a Manhattan, ha un bel fisico e viso fotogenico e ha in testa l’idea di fare l’attore, ma così non va e dopo una serie di lavori manovaleschi incontra un salumiere napoletano certo Gennaro Cappiello la cui figlia si è infatuata del bel Michele, si sposano, ed il suocero lo mette a lavorare in un suo nuovo negozio nella piccola Italy, in Avenue Arthur a due passi dai mercati generali del Bronx. Il calabrese si rimbocca le maniche e dopo pochi anni porta l’attività alle vette della gastronomia importando, freschi, tutti i prodotti italiani possibili utilizzando – ex ore – a volte e per scansare i ferrei controlli doganali e sanitari americani, i tanti immigrati italiani con le valigie di cartone e spago (olive, soppressate, sottoli, formaggi ecc.). Iniziano gli attori e cantanti americani da De Niro a Pacino, a Scorsese a Madonna e la Streisand o anche a Sofia Loren a inneggiare e predilire il Mikes. Mezzo secolo e più di bontà e successo e a 89 anni egli se ne è purtroppo andato, forse nel paradiso, non tanto dei buoni ma delle cose buone. Lo sostituisce ai giorni nostri la sua copia il figlio David con la sua verve e la sua passione italica, gourmet e attore, si com’era alfine il padre, della grande gastronomia nostrana.
Non so cosa consigliarvi hanno di tutto e di più, a me personalmente m’hanno ammazzato con un panino: il Big Boy Yankee Stadium, un’orgia di prosciutto (dolce) soppressata (che dir piccante è scherzo) coppicola (una coppa con semi di finocchio selvatico), mortadella, mozzarella, peperoni arrostiti, lattuga su una ciabatta o su fette di pagnotta e “state appost pa tutt a jurnata” vi dicono nel loro italiano “bruclinino” i Greco. Ma non potete aver l’idea di cosa vi combinano – facendo anche i prodotti “dal vivo” – questi signori e la varietà continua nel ristorante dove vi potete mangiare la pasta, al dente e non alla “lingua” (molle e appiccicaticcia all’americana) con mille salse e mille prodotti nostri che conoscete e non. E non scherzano neanche con i vini! Naturalmente è una bakery (forneria) non ha la pretesa dei cibi raffinati ed elaborati che potrebbe darvi il ristorante d’élite, che poi vi sono come detto anche a New York, ma in seguito dovrete viaggiare con un occhio solo della vostra testa poiché l’altro l’avrete lasciato a loro. E di questi non vi do indirizzi di sorta, andate a leggere Vogue o altri giornali del bel mondo e pruriginosi che forse li trovate.

Come arrivarci e partendo da Manhattan: in Taxi ed in 12 minuti costo 45-60 + persone – Bus (ogni mezz’ora) da 3 Avenue E97 St a Morris Park Avenue 2 White Plains Rd. 2-7 $ a persona solo andata – Linea 2 metro-treno da 96 St a Bronx Park-Est (ogni 10 minuti) 3 $ a persona solo andata.


alla sora Rita di Centocelle (Roma – Italy)

Trattoria: A casa di Rita, Via delle Ciliegie 145 – 00172 Roma, per me vecchio romano è e rimane zona Centocelle – da altri è detta anche Alessandrino – Tel. 338.9860960 (app. d’obbligo) (non me ne importa un cecio ma ma forse a voi si, è consigliata dal crostaceo Rosso)

Rita la cuciniera è una donna che ha sempre lavorato e facendo immani sacrifici si è comprata questo pezzettino di periferia dove lavora da mane a sera inoltrata. Durante il Covid e costretta (dal benefico nostro Stato, sempre impositivo con i deboli e prono con i forti e con qualunque conduzione politica) alla chiusura del locale, è andata a fare le pulizie conto terzi per poterne pagare le rate del mutuo. E mi pare non ci sia altro da dire su ciò. Ma v’è da discernere sul suo locale e sulla sua cucina, apprezzata da un paio d’anni oltreché dai borgatari, da pariolini e vip (sportivi e gente del mondo dello spettacolo e della cultura). Metto le mani in avanti (che se casco col mio oltre quintale o mi faccio o faccio del male a qualcuno o a qualcosa): la simpatia e l’accoglienza c’è e il cibo semplice della tradizione romana con innovative varianti gustosissime accompagnato da un conto giusto per tavoli rimediati e tovaglie di carta. A volte certamente e a locale zeppo con clienti che aspettano fuori e cioè quando ci sono andato, la velocità e fretta imposta mal hanno armonizzato con il piacere di una bella serata e di una bella mangiata ed inoltre condita con qualche difetto di cottura. Ma i sapori, gli odori su un menù fisso, con un mix di fritti e crocchette e poi a scelta tra un primo ed un secondo, acqua, dolcetto e vino inclusi sono da encomiare: 20 euro a cranio e passa la paura e se non ce la fate a consumare tutto vi portano cellophane e carta alluminio per gli avanzi da portarvi a casa come una volta.

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